Storie semi serie di un gruppo di donne vintage

Voglia di libertà.

Voglia di libertà.

Pubblicato da: Cristiana
Quando il desiderio di libertà è più forte di qualsiasi inconveniente.

Prendo spunto dall’ultimo video postato dalla nostra Cinquantennial Alessandra.

Il desiderio di ritorno alla libertà è diventato per tutti un obiettivo e quello che poco meno di due anni fa davamo per scontato, ora lo vediamo come un miraggio.

Così, per approfittare dell’ormai colore bianco attribuito alle regioni, borsa di paglia e pareo, me ne sono andata al mare. E, come al solito, ho passato parte del tempo a osservare il mondo attorno a me.

Primo sguardo alla distesa azzurra che, quasi sfrontata per la sua bellezza, mi appare di fronte.

Il mare. Amico e compagno di tante avventure, anche solo immaginate. Lucente. Leggermente increspato come se avesse i brividi. Quelli che ho io al suo cospetto. Amore puro. Che non ha bisogno di parole, perché il solo odore, il rumore, mi avvolge e mi calma.

Mi sistemo e poi, con lo sguardo, percorro il litorale fino ad arrivare all’ombrellone dove dorme una coppia di una certa età. Capelli bianchi e pelle abbronzatissima. Forse soffrono d’insonnia. Forse il mare sussurra loro una melodia soporifera e ne approfittano. Insieme. Persi nei loro sogni distinti, eppure uniti.

Per pudore distolgo lo sguardo. Che rimangano da soli. Senza di me.

Arriva una signora distinta, avvolta nel suo caftano colorato e leggero. Il passo che incede deciso sulla passerella bianca fino all’ombrellone a lei assegnato.

Intanto sfrecciano veloci costumi striminziti indossati con leggerezza su corpi adolescenti, pieni di vitalità e futuro. Quello che scorre come un tappeto rosso srotolato al momento, da inseguire correndo o da percorrere con calma… tanto sarà lì comunque a indicare la strada.

Corrono. Ridono. Si tirano la sabbia. Quintali di granelli che scendono come pioggia.

“E che cazzo!” urla la signora distinta che aveva appena steso il telo sul lettino.

A me viene da ridere perché, probabilmente, la mia reazione non sarebbe stata molto diversa, anche se da qui la situazione non mi sembra poi molto grave, ma si sa: vita mea, mors tua.

Il vento smuove un po’ gli orli di tela degli ombrelloni.

La signora distinta, adesso, sta lottando con un’ape, attratta forse dal colore giallo acidulo del suo costume.

Intorno a lei il vuoto. Tutti guardano e ridono. Lei, invece, salta e si muove scomposta.

D’altronde anche l’ape rivuole la sua libertà. Quella di gironzolare contenta intorno a un colore che l’attrae.

Proprio davanti a me, due bambine. Sono amiche. La più piccola delle due porta i propri giochi sotto l’ombrellone dell’altra che, in un primo momento, sorride e basta…

… dopo, con un guizzo, afferra l’animale di gomma che ha di fronte e, poggiandolo sul pupazzetto dell’amica, dice quasi urlando: “Adesso l’orso arriva e ti fa la cacca addosso!”

Abbasso gli occhiali da sole e mi godo questa scena di pura presa di territorio. I primi passi verso la supremazia.

Il gioco è pieno di cacca fatta, urlata… minacciata.

La piccola ha solo assistito, praticamente come se stesse guardando i cartoni in televisione. Senza una reale partecipazione se non l’aver portato i propri giochi. Subendoli, oltretutto.

I gabbiani stridono e se ne fregano altamente.

Un gelato cade di mano a un bambino, che inizia a frignare. “Tranquillo” – penso – “che te lo ricomprano subito… ai miei tempi con il cavolo che l’avrebbero fatto.” Infatti non cadeva mai, ci stavamo attenti.

Un altro bimbo piccolo strilla che pare un’aquila.

I gabbiani stridono, sempre. E sempre se ne fregano.

Colori, risate, guerre con le pistole d’acqua.

Corse sulla spiaggia bollente.

Tuffi in acqua. Schizzi della serie a chi cojo, cojo.

Una mascherina, con la libertà acquisita di un aquilone senza virus apparente, vola via. Leggera.

Un sonoro “vaffa” l’accompagna…

mentre la signora distinta, sempre quella, con il costume giallo, corre cercando di riacciuffarla al volo.

Un ultimo sguardo al mio amore e me ne torno a casa. Libera e felice.

Buone vacanze a tutti.

N.B. Le foto sono prese dal web, Pexels.

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Sei donne, amiche, colleghe, compagne di avventura e di sventura in un momento ahimè difficile per molte. Viaggiatrici, sognatrici, mamme, single, divorziate, sposate, siamo tutto questo e molto di più.