In viaggio con papà (e mamma)
Devo dire che da quando sono diventata “grande” ho riscoperto la gioia e il piacere di andare in vacanza con i miei genitori. Malgrado le mille discussioni con mio padre prima, durante e dopo la vacanza, a noi viaggiare tutti insieme, appassionatamente, piace. Il grande dibattito di famiglia inizia a monte, durante la fase organizzativa, quando stiamo ancora decidendo la destinazione, la scelta dell’alloggio, il numero di bagagli da portare, chi sarà il conducente (mio padre)….
E’ durante la vacanza però che inizia lo scontro diretto: si dibatte su dove andare a cena, dove andare in spiaggia, quale strada prendere, cosa comprare al supermercato per il pranzo, chi guida la macchina (ancora mio padre), quanto tempo impiegare per visitare un sito. Qualsiasi decisione da prendere diventa motivo di confronto!
Mio padre è uno di quelli che “non molla”! Se ci fosse il gruppo Ottantennials, ne sarebbe il presidente! Lui non molla in genere: non molla il posto alla guida malgrado l’età e gli acciacchi, non molla la seduta sul divano (guai a chi gli ruba il suo “posto riservato”! familiari, parenti, amici e conoscenti, tutti vengono gentilmente rimossi, se inavvertitamente occupano il suo trono!), non molla lo spazio in cucina quando è ai fornelli, ma soprattutto non molla il punto!
Essendo io molto simile a mio padre, ci capita spesso di pensare di avere ragione e così le nostre discussioni diventano occasione per un vero scontro animato che, agli occhi di un estraneo, possono sembrare delle banali quanto inutili liti. E chi dice di no? ?
A volte poiché lui è il vecchio e io la “giovane” la nostra conversazione finisce con un “stai zitto tu, che ormai non capisci niente e che ne puoi sapere!” Altre poiché appunto lui è il padre saggio e io la figlia, vince lui e la sua ottuagenaria esperienza …. Insomma ci rincorriamo fino alla stanchezza!
Questo “piacevole” siparietto si compone anche di un pubblico “non pagante”: mio marito, il paziente Sab e mia mamma, suscettibile e accomodante in egual misura.
Mamma è il Pungiball del gruppo: quando prende le mie parti mio padre va su tutte le furie, non ama la coalizione mamma/figlia. Quando invece mio padre fa una battuta, mia mamma non la capisce subito e la prende sul personale e cosi finiamo tutti col ridere di lei. E il babbo torna felice!
Se mia mamma è il Pungiball, Sab è il cuscino ad angolo del ring: ammortizza i nostri colpi, una volta difendendo me, raramente, e più spesso il suocero. Nelle discussione padre/figlia, meglio tenersi buono il suocero, il maschio alfa del gruppo.
La domanda a questo punto credo nasca spontanea: PERCHE’ ANDATE IN VACANZA INSIEME?
Beh ma perché siamo una famiglia!
E poi perché non voglio trasformare un litigio casalingo di oggi, in un rimpianto di domani.
Ovviamente noi in questo modo ci amiamo!!! Quando Sab anni fa, entrò a far parte della mia famiglia, rimase colpito dal nostro interagire quotidiano, tra grida, toni alti, e prese di posizione per una qualsiasi discussione. A lui abituato in un ambiente moderato, fatto di conversazioni serafiche, con pochi scambi di battute, il nostro gli sembrava un mondo di pazzi. Allenato da tempo a questo scenario, anche lui ormai ha un ruolo da protagonista nel nostro Reality Show molto casalingo…
Quando andiamo in vacanza insieme, oltre al carico di valige piene di vestiti e cianfrusaglie varie, noi ci portiamo anche la nostra testardaggine.
Come in tutte le famiglie ci sono alti e bassi ma devo dire che sfogliando l’album dei ricordi di avventure insieme ne abbiamo fatte tante!
In qualche modo possiamo dire che questi animati dibattiti ci hanno permesso di crescere insieme. Ho notato nel rapporto genitori/figli di molte mie amiche, che pur andando avanti con gli anni, spesso i genitori restano “genitori” e i figli “i piccoli di casa”.
Il rapporto padre/figlio segue un protocollo collaudato da sempre. Il genitore si rivolge al figlio assicurandosi sulle solite necessità basilari: “hai mangiato, hai dormito, ti sei cambiato, fa freddo copriti”, anche se ormai sei grande e/o vivi a migliaia di km di distanza”. I figli a loro volta continuano a comportarsi come tali e assecondano le richieste dei loro cari con un sintetico “si mamma, si papà”.
Forse se tutti noi riuscissimo a guardare mamma e papà come persone, prima ancora che come genitori, potremmo capire meglio tanti meccanismi contorti che si innescano in una famiglia, e rimetterli in atto quando a nostra volta diventiamo genitori…. Chissà.
Io non so se il nostro sistema sia migliore di altri, se sia vincente o no, forse potremmo davvero apparire come una famiglia “disturbata”, ma so che questo ci ha permesso di continuare a cercarci con lo stesso affetto di sempre, e desiderare ancora oggi di andare in vacanza insieme!
A quanto pare funziona! Allora lo vedete che abbiamo ragione noi! 😉
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